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Sabrina Merenda

 

Il canto del foco

 

Illustrazioni a china di Carlotta Orlandi

 

224

brossura

cm. 17 x 24

2006

978-88-86204-72-9

€ 15,00

Profilo

Opera composita e multigenere, nella quale l'elemento narrativo svolge comunque una funzione di raccordo e amalgama, Il canto del foco esprime nella sua promiscuità formale un riflesso della pluralità di motivi che ne compongono il disegno. Omaggio dell'Autrice ai luoghi, alle atmosfere e ai sapori legati indissolubilmente alla propria memoria personale e familiare, il libro sviluppa attorno a questo nucleo una estesa ricognizione narrativa e storiografica della vita fiorentina fra il Trecento e i nostri giorni, seguendo il duplice filo conduttore della tradizione culinaria – sia popolare che aristocratica – e dell'articolazione urbanistica di Firenze nei quattro quartieri originari di: Santo Spirito-San Frediano, San Giovanni, Santa Croce e Santa Maria Novella.

I primi cinque capitoli del libro, preceduti da brevi ragguagli sulla funzione urbanistica del fiume Arno o sull’origine dei vari quartieri, raccolgono una serie di racconti brevi in essi ambientati con filologica precisione, fra strade e piazze della Firenze medievale o rinascimentale, settecentesca o contemporanea; ogni racconto, integrato da rapide schede informative di varia erudizione e in particolare di onomastica stradale, ruota intorno a un piatto o a una vivanda tipica di un momento storico e di un quartiere. L’ultimo capitolo è una sorta di "ricettario storico”, che raccoglie tutti gli esempi di culinaria fiorentina toccati nei racconti, descrivendone con sobrie indicazioni ingredienti e modalità di preparazione.

Animato da personaggi di ogni rango e condizione, ma soprattutto da popolani fiorentini di ieri e di oggi, Il canto del foco rappresenta una sorta di escursione retrospettiva in una zona forse minore della fiorentinità – riferibile ai termini letterari del bozzetto, della novella verista o  della narrativa neorealista in genere – ma comunque essenziale alla formazione di un’identità collettiva che si è precocemente caratterizzata per una marcata impronta “popolare”. E il quartiere è l’ambiente naturale della declinazione vernacolare della civiltà fiorentina, ed è per tutti i suoi figli – certo, in misura maggiore nel passato – l’autentica Heimat, sempre e comunque amata. Prodigo di rimandi bibliografici, il libro di Sabrina Merenda vuol anche rappresentare un’occasione di scoperta di quella grande storia e cultura che a Firenze è ragione primaria del senso di appartenenza di tutti i suoi cittadini, e che l’Autrice fa balenare per rapidi scorci nei suoi racconti.

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