Edizioni

Remo Sandron

 

Via Fra Giovanni Angelico, 11

50121 Firenze

Tel +39 055 667042

Cell +39 334 2973805

 info@sandron.it

home casa editrice contatti catalogo novità link acquisti
 

Autore

 

Titolo

 

 

Note

 

Pagine

Rilegatura

Formato

© Copyright

ISBN

Prezzo

Lorenzo Conti Lapi

 

L'istoria triste di Didone ed Enea

tratta dal testo dell'Eneide in omaggio al poeta mantovano

 

Postfazione di Silvio Ulivelli

 

80

brossura

cm. 10,5 x 18

2009

 

€ 10,00

Profilo

Poemetto in tre canti che propone una rilettura della storia di Didone ed Enea narrata nella prima parte dell'Eneide virgiliana, e in particolare nel libro IV, con l'appendice dell’ultimo incontro dei due protagonisti nell’Averno del libro VI. La celebre vicenda, rielaborata nei secoli da tanti scrittori, per lo più in forma di tragedia o melodramma, è riletta dall’Autore con devota attenzione alla lettera e allo spirito del dettato virgiliano: in omaggio a quell’ideale di humanitas improntato a pietà e virtù che ha nel grande poeta latino la propria origine e trova la sua piena rivelazione nel pensiero di Dante e dei poeti della cerchia stilnovista. Questo terzo libro rappresenta dunque il suggello del discorso poetico e filosofico svolto dall’Autore nelle prime due opere, concepite nel solco della «dolcissima scuola fiorentina».

Alla luce del magistero dantesco, l’Enea virgiliano diventa ipostasi dell’anelito umano verso un amore più elevato di quello passionale di cui è prigioniera Didone, un amore la cui necessità è una grazia misteriosamente ispirata al cuore dell’uomo. Lo straziante sacrificio di sé e d’altrui si impone infatti ad Enea in nome di un dovere e di una virtù che gli si manifestano in una «luce crepuscolare», ed esigono da lui il sublime coraggio di una scelta definitiva affrontata senza il sostegno di alcuna certezza razionale.  

Lorenzo Conti Lapi è riuscito a offrire una ulteriore mirabile variazione di quella poesia della soavità spirituale di cui ha lasciato tante diverse prove in Opera prima e Fior del verde. E a confermare in nuovi accenti il suo peculiare talento di interprete degli archetipi della nostra tradizione poetica, confrontandosi qui con il più alto modello della latinità; nei suoi endecasillabi sciolti egli ha saputo rinverdire la classica, lineare eleganza degli esametri virgiliani, combinandola peraltro con le raffinatezze stilnoviste del lungo monologo di Enea del canto secondo, in un congiunto omaggio formale ai suoi due grandi maestri.

Se volete leggere alcune pagine di L'istoria triste di Didone ed Enea, cliccate qui.