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Carlo Goldoni

 

Torquato Tasso

Commedia in cinque atti

 

Con introduzione e commento

 

96

brossura

cm. 13 x 20

2010

 

€ 9,00

Profilo

Nella bibliografia goldoniana il Torquato Tasso occupa, assieme al Molière (1751) e al Terenzio (1754) una posizione a parte; questi tre testi dedicati a scrittori nascono da motivazioni in parte extra-artistiche, in anni segnati da polemiche e riserve sulla riforma teatrale del grande commediografo. Nel Torquato Tasso Goldoni sceneggiò la propria difesa dagli attacchi di natura linguistica rivoltigli da quei detrattori che lo tacciavano, in nome di un modello di classica purezza, di eccessive concessioni al natio dialetto veneziano. L’autore della Gerusalemme liberata, perseguitato dagli accademici della Crusca, si prestava quindi a meraviglia a rappresentare, in quel momento, il punto di vista del Goldoni.

Filo conduttore della commedia è l’infelice passione amorosa di Torquato per la nobile Eleonora, favorita dal Duca di Ferrara; la scoperta di un madrigale del poeta in lode di una Eleonora – a corte ve n’erano addirittura tre – porta, dopo una prolungata trama di equivoci e dilazioni, all’identificazione della dama preferita e alla conseguente caduta in disgrazia di Torquato presso il Duca. Attorno a questo nucleo drammatico si dipana il tema, molto meno serio, della contesa sulla patria del Tasso: arrivano a palazzo due “emissari” di Napoli e Venezia che cercano con ogni argomento di convincere il poeta a seguirli nelle rispettive città dove sarebbe accolto quale figlio legittimo e illustre. Vive a corte anche il cruscante Cavalier del Fiocco, caricatura del pedante sciocco e presuntuoso, che non perde occasione per denigrare il povero poeta in nome dei rigidi canoni dell’Accademia fiorentina.

Sviluppata su cinque atti e scritta in versi martelliani, la pièce alterna situazioni drammatiche e comiche e combina svariati registri linguistici: i dialetti napoletano e veneziano, l’italiano arcaico e toscaneggiante del Cavalier del Fiocco e infine l’elegante versificazione tassiana, ampiamente citata. Un gustoso e virtuosistico pastiche, prodigo di espressioni grottescamente stravaganti ai cui comici effetti va attribuito in gran parte il suo durevole successo. Il testo è corredato da un’introduzione e da numerose note, soprattutto linguistiche.