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Remo Sandron

 

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da Le mie inquietudini di Paolo Vecchi

 

Come piume vaganti

Moriamo senza vento

Tant’inutile la storia.

 

Passati i giorni quanti,

Io cupido mai spento

Di Venere memoria.

 

Capiamo la sfortuna,

Cara farfalla beata

Che vivi la giornata;

Psiche inopportuna:

 

Cosa portano i lumi?

Desiderio e dolore,

Delirio più malore!

Dunque, perché non fumi?

 

23-10-2002

 

 


 

 

Vento di resurrezione

Fa danzare

La secca foglia d’autunno

Da rendere gelosa la natura

Il tuo canto

 

12-08-2003

 

VENTISETTE

 

Un giorno io diventerò la brezza marina che accarezza

[gli scogli,

Farò innamorare, come musica soave e poi morire.

Abbandonato ogni istinto razionale mi immolo sull’altare,

Capro sacrificale dell’umanità, dimenticato e adorato.

E partirò col treno del non ritorno,

– solo andata grazie –,

Curioso come un bambino, felice di sfuggire al destino.

Nel campo di papaveri, periferia della città,

Primi giorni d’estate,

Finalmente libero, dopo aver vinto tutto, ma stavolta

[senza perdere poi,

Profeta della vita e della morte.

 

Libero arbitrio immaginario, schiavo di nessuno,

Debitore, ladro, vile.

 

17-03-2003

 

 


 

 

MALINCONIA

 

Malinconia

È il sangue che scorre in vena al marinaio

Appollaiato all’albero maestro lassù in vedetta

Che ogni luna sogna d’avvistar terra

Di quella nova sgargiante e primitiva

Adornata di semplici sfarzosità

Mentre nel mare infuria la tempesta

O calma piatta che impensierisce ancor di più

Finché un bel giorno

Approda in un golfo sconosciuto all’occhio

E familiare

Da soffocar cari sospiri

 

05-11-2003