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Camillo Maria Pecorella

 

Fardà

Tavolozza di Afghanistan sotto l'emiro Amanullah

 

Con 18 tavole fuori testo riproducenti fotografie originali

e una cartina dell'Afghanistan

 

II-240

brossura

cm. 15 x 20,5

2011

 

€ 29,00

Profilo

Uscito nel 1930, Fardà è forse il primo vero libro di viaggio sull’Afghanistan della nostra letteratura. Fardà in lingua afghana significa «domani», parola emblematica di un sistema di relazioni sociali e di valori, in cui vibra per l'Autore la nota di fondo della civiltà e della cultura afghana. Il libro è il resoconto di una personale esplorazione del paese asiatico compiuta nel corso di un prolungato soggiorno negli anni Venti, il periodo in cui l’emiro, poi re, Amanullah, tentò di modernizzare e rendere indipendente il suo stato, promulgando una avanzata Costituzione e tessendo rapporti diplomatici con Germania, Italia e Russia, in funzione anti-inglese.

Vicende politiche appassionanti e ricche di spunti di riflessione anche per il lettore di oggi, in particolare per la rappresentazione del drammatico scontro fra la modernità “occidentale” e il mondo arcaico e tribale dell’Afghanistan profondo, foriero dell’attuale conflitto fra globalizzazione e radicalismo islamico. Il libro è però costituito in maggior parte da osservazioni e dettagli còlti  direttamente dall'Autore e riguardanti l'ambiente geografico, i tipi umani, le usanze locali, le condizioni di vita; ne emerge una variopinta ed affascinante “tavolozza” del paese centro-asiatico com’era in quegli anni: un mondo in parte perduto, in parte ancora tenacemente vivo, restituito anche dalle suggestive fotografie che, assieme alla cartina geografica, consentono al lettore un fantastico viaggio nel tempo.

Un classico della bibliografia sull’argomento, che abbiamo ritenuto utile ristampare in un momento storico in cui l'Afghanistan è al centro dell’attenzione mondiale, per contribuire a diffondere una conoscenza più approfondita della sua storia e della sua identità culturale.